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Le Gallerie dell’Accademia di Venezia sono un museo statale di rilevante interesse internazionale in quanto costituiscono la più importante collezione di pittura veneta esistente al mondo. Non più parte del Polo Museale del Veneto, dal 2015 le Gallerie dell’Accademia rientrano nei musei statali dotati di autonomia speciale: autonomia organizzativa, tecnico-scientifica, finanziaria, contabile e dipende funzionalmente dalla Direzione generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Il complesso architettonico che oggi ospita le Grandi Gallerie dell'Accademia è formato da più edifici storici: la chiesa di Santa Maria della Carità, il suo monastero e gli spazi della Scuola Grande omonima.
La sua fondazione risale ai primi decenni del XII secolo dove, fino ai primi anni dell'Ottocento, i canonici di Santa Maria in Porto fuori Ravenna, prima, e gli agostiniani osservanti di Frigionaia poi, condivisero il nome e l'uso di alcuni spazi con la più antica delle confraternite laiche veneziane dei battuti.
Con l'insediamento degli agostiniani, durante il Quattrocento, furono intraprese diverse campagne di rifacimento nella chiesa e nel monastero, quest'ultimo ulteriormente modificato nell'ala orientale da Andrea Palladio negli anni sessanta del Cinquecento.
Gli edifici della Scuola furono rinnovati nella seconda metà del Settecento, su progetti di Giorgio Massari e dell'allievo Bernardino Macaruzzi.
Solo nel 1807 gli stabili del complesso di Santa Maria della Carità, diventati per editto napoleonico proprietà demaniale, furono destinati a sede dell'Accademia di Belle Arti con annesse Gallerie.