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La grande tela, detta anche Madonna dei Tesorieri, reca in basso a sinistra un'iscrizione “UNANIMIS CONCORDIAE / SIMBOLUS/ 1566”. Fu eseguita per il palazzo dei Camerlenghi magistratura finanziaria della Repubblica, la cui sede era a Rialto. La data 1566 si riferisce alle cariche di Michele Pisani, Lorenzo Dolfin e Marino Malipiero, gli stemmi dei quali sono raffigurati sul plinto in basso a sinistra, ma l'esecuzione dovette avvenire allo scadere del mandato di Marino Malipiero, verso il 1567, data che effettivamente si legge al microscopio sotto il 1566. Lo sviluppo longitudinale della composizione, sottolineata dalla fuga dei porticati, al di là dei quali si apre uno struggente paesaggio, la penetrante caratterizzazione dei committenti, seguiti dai loro segretari, rendono quest'opera un capolavoro perfettamente inserito nella tradizione del dipinto votivo veneziano.