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La pala proviene dalla chiesa vicentina di Sant’Eleuterio e fu consegnata all’Accademia in seguito alle soppressioni napoleoniche nel maggio del 1829. A destra in alto si riconosce il santo titolare della chiesa, Eleuterio (vescovo-papa di Roma vissuto nel II secolo), raffigurato nell’atto di benedire con l’ostensorio un gruppo di devoti, tra i quali si riconoscono, forse, alcuni membri della confraternita dei Marzari, committente della pala. La tripartizione in senso orizzontale della pala descrive nella parte superiore Gesù che benedice il santo accompagnato da angeli, mentre nella parte bassa figurano alcuni armigeri, probabilmente da collegare alla presenza, presso la stessa chiesa, della confraternita dei Bombardieri.

Opera di notevole impegno compositivo, la pala è stata variamente giudicata dalla critica quale prova autografa di Jacopo Bassano, o di collaborazione con i figli Leandro o Girolamo. L’esistenza di diversi studi preparatori di Jacopo per quest’opera, conservati a Darmstadt e a Montpellier, confermano l’impegno del caposcuola nella sua ideazione, mentre la qualità sostenuta, riscontrabile soprattutto nelle figure nella parte bassa, induce a ritenerla sostanzialmente autografa del maestro nella sua fase matura, intorno all’ottavo decennio del Cinquecento.