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L'opera fu eseguita, come I Santi Andrea e Girolamo, per la prima Sala del Magistrato al Sale nel Palazzo dei Camerlenghi a Rialto e fu commissionata dai magistrati Giorgio Venier e Alvise Foscarini che, usciti di carica rispettivamente il 13 settembre 1551 e il 1° maggio 1552, offrirono, come d'uso, un dipinto votivo per il loro ufficio. L'esecuzione deve collocarsi entro queste date. Nella composizione dall'anticonformista e inconsueta iconografia, la figura femminile cavalca arditamente il drago in una posa di grande virtuosismo, attorta all'indietro e protesta verso il suo salvatore, rispecchiandosi nella lucente corazza. Nell'atteggiamento pensoso san Luigi all’estrema destra costituisce una quinta di grande effetto. Nel modo in cui la figura chiusa nell’ingombrante cotta episcopale bordata di gigli si avvita con eleganza puntigliosa si percepisce lo stratificarsi di suggestioni parmigianinesche mediate dalla corrente neo salviatesca.