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Il furto sacrilego di Alessandro Magnasco

Capolavori a confronto

Il furto sacrilego in dialogo con Il grande bosco.

Dal 25 febbraio al 25 maggio

 

Le Gallerie dell'Accademia accolgono dal 25 febbraio Il furto sacrilego di Alessandro Magnasco proveniente dal Museo Diocesano di Milano, che invece riceverà La deposizione di Cristo dalla croce di Jacopo Tintoretto. L'opera del museo meneghino sarà esposta in sala 6, a confronto con Il grande bosco, capolavoro eseguito da Magnasco in collaborazione con Antonio Peruzzini.

 

L'opera

Il Magnasco trae spunto da un fatto di cronaca, l'effrazione che avviene nella notte del 6 gennaio 1731, quando alcuni ladri s’introducono nella chiesa di Santa Maria di Campomorto a Siziano a Pavia per rubarne i tesori. Il complesso e vasto dipinto del Lissandrino, dal furto fino all’impiccagione dei malviventi, passando per la macabra apparizione degli scheletri che emergono dalla cripta armati di torce per difendere la chiesa, è un racconto fedele della vicenda ma drammatico, emotivamente forte, lontano dalle narrazioni impassibili e pedagogiche tipiche degli ex voto.

 

Informazioni

Il furto sacrilego sarà esposto in sala 6 (piano terra) dal 25 febbraio al 25 maggio, nello spazio che ospita l'opera Paesaggio con torrenti, monaci e lavandaie di Marco Ricci – opera in prestito nello stesso periodo a Perugia per la mostra FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA della Galleria Nazionale Umbra.