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©Clara Melchiorre

La mostra Transforming Energy di Marina Abramović alle Gallerie dell'Accademia di Venezia

6 maggio 2026-19 ottobre 2026

 

L’artista di fama internazionale Marina Abramović farà la storia nel 2026 come la prima artista donna vivente a essere celebrata con una grande mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Marina Abramović: Transforming Energy, presentata in occasione della 61. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, inaugurerà il 6 maggio 2026 e resterà aperta fino al 19 ottobre 2026. La mostra segna l’80º compleanno dell’artista e instaura un profondo dialogo tra la sua pionieristica arte performativa e i capolavori rinascimentali che hanno plasmato l’identità culturale di Venezia. Curata da Shai Baitel, Direttore Artistico del Modern Art Museum (MAM) di Shanghai, in stretta collaborazione con l’artista, l’esposizione si sviluppa sia nelle sale della collezione permanente che negli spazi delle mostre temporanee — un’assoluta novità nella storia dell’Istituto — inserendo la ricerca di Abramović nel cuore stesso del patrimonio veneziano.

Immagine della mostra Transforming Energy di Marina Abramovic
©Yu Jieyu

Al centro di Transforming Energy c’è l’incontro tra passato e presente, materiale e immateriale, corpo e spirito. I visitatori sono invitati a sperimentare una serie di "Transitory Objects" interattivi — letti e strutture in pietra con cristalli incastonati — sdraiandosi, sedendosi o rimanendo in piedi su di essi, attivando quella che Abramović definisce “trasmissione di energia”. Opere iconiche come Imponderabilia (1977), Rhythm 0 (1974), Light/Dark (1977), Balkan Baroque (1997) e Carrying the Skeleton (2008) si affiancano a proiezioni di performance storiche, mentre nuove creazioni realizzate per l’occasione mettono in risalto la sua lunga ricerca su resistenza, vulnerabilità e trasformazione.

Immagine della mostra Transforming Energy di Marina Abramovic

©Yu Jieyu

Uno dei momenti culminanti della mostra è la presentazione di Pietà (with Ulay) (1983), posta in dialogo diretto con la Pietà di Tiziano (ca. 1575-76), l’ultimo capolavoro incompiuto dell’artista, terminato da Palma il Giovane. Questo storico accostamento, a 450 anni dalla Pietà di Tiziano, rilegge le tipologie rinascimentali di dolore, trascendenza e redenzione attraverso una lente contemporanea, sottolineando il ruolo perenne del corpo umano come luogo di sofferenza e insieme di elevazione spirituale.

A Venezia — città che da secoli rappresenta un crocevia di culture, commerci e materiali preziosi — l’uso che Abramović fa di quarzo, ametista e altri elementi naturali richiama la storia del mosaico veneziano e la ricerca rinascimentale della trasformazione, sia materiale sia metafisica. Ponendo il corpo del visitatore al centro dell’opera, la mostra invita a una forma di osservazione “prolungata”, meno passiva e più orientata alla presenza, alla partecipazione e alla possibilità di un cambiamento interiore.

 

Per le dichiarazioni rilasciate dall'artista, dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli e dal direttore Giulio Manieri Elia scarica il comunicato stampa.

 

Uffici Stampa

 

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