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La piccola tela, in un primo momento ritenuta opera del Piazzetta, venne giustamente reintegrata nel corpus pittorico tiepolesco da Hermann Voss nel 1922. L’episodio evangelico, tratto da Giovanni, viene qui orchestrato secondo un’abilità squisitamente teatrale da un Tiepolo ancora giovane, in un momento in cui il magistero piazzettesco è ancora molto forte. Le diverse figure - veri e propri attori in scena - affollano un ambiente anticheggiante di chiaro gusto veronesiano: tra queste il Cristo, relegato in alto a destra, colto nell’attimo in cui sta per compiere il miracolo a favore del paralitico. L’autore, da astuto regista, ritaglia lo spazio in piani diversi e fissa come perno compositivo una straordinaria figura di nudo accademico la quale, volgendo lo sguardo all’artefice dell’accaduto, scende l’ampia scalinata inondata di luce.