Si tratta di un tema storico inconsueto per i Bassano. Modello di virtus femminile, la figura di Lucrezia è portata sul primo piano, col busto tagliato a tre quarti con l’abito discinto, aperto sul davanti. Il suo sguardo è rivolto verso l’alto nel compiere il disperato gesto che la porterà ad uccidersi, nel tentativo estremo di cancellare la vergogna e il senso di colpa per lo stupro subito e inteso, secondo la sensibilità dell’epoca, come un disonore.
Nella figura agisce potente il ricordo di modelli veneziani del primo Cinquecento, specie tizianeschi (cfr. Tarquinio e Lucrezia del Kunsthistorisches di Vienna), probabilmente familiari a Leandro che aveva preso stabile dimora in laguna fin dal 1588.