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L’attribuzione di queste due tavole componenti un’Annunciazione, giunte alle Gallerie dell’Accademia dalla chiesa di Santa Maria della Salute di Monteortone (Padova) con il primo nucleo di opere selezionate da Pietro Edwards (1812), è stata a lungo oggetto di dibattito: dopo aver avanzato nomi quali Bernardo Parentino, Lorenzo da Lendinara, Giovanni e Antonio da Murano, Alvise Vivarini e Dario da Treviso, alla fine dell’Ottocento la critica ne ha stabilito la paternità di Jacopo Parisati da Montagnana. L’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele alla Vergine, soggetto dei due pannelli, è un tema frequente nella produzione di Jacopo, artista formatosi sugli esempi squarcioneschi, mantegneschi e belliniani e attivo soprattutto nel padovano nella seconda metà del Quattrocento. L’opera, datata attorno al 1494-1497, anni in cui il pittore è responsabile della decorazione ad affresco della chiesa di Monteortone su commissione della famiglia Capodilista, mostra i caratteri della sua produzione matura, sostituendo alla raffinatezza miniaturistica del Trittico dell’Annunciazione della Cappella del Palazzo Vescovile di Padova (1495), di analogo soggetto e impostazione, una stesura dei colori smaltata che rende le figure ancor più solide e imponenti, seguendo l’esempio di Antonello da Messina. Le due tavole erano originariamente intervallate da un elemento centrale che, secondo la critica, doveva raffigurare uno sfondato architettonico, ottenendo un effetto compositivamente analogo a quello degli affreschi di ignoto autore ancora visibili l’uno sopra un arco del portico di Palazzo Angeli in Prato della Valle, l’altro nell’Abbazia di Carceri.