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Proveniente dalla Scuola dei Mercanti nel sestiere di Cannaregio (ancora esistente), la grande tela decorava la Sala dell’Albergo sopra la porta d’ingresso; con le soppressioni napoleoniche pervenne alle Gallerie dell’Accademia (1812). Al di sotto del timpano, si nota il simbolo della confraternita, una mano benedicente la croce, mentre alla base dei plinti delle colonne, gli stemmi dei committenti, le famiglie Cadabrazzo e Cottoni. Il pronunciato orientamento orizzontale offre a Veronese la possibilità di sperimentare una concezione spaziale di particolare virtuosismo, con un susseguirsi di piani paralleli tutti leggibili e convergenti in un unico punto di fuga centrale nell’ampio spazio lasciato vuoto tra l’angelo e la Vergine. Particolarmente lodata dai contemporanei, l’opera non ha goduto di particolare fortuna a causa delle pesanti ridipinture che ne hanno compresso la lettura stilistica, fino al recente restauro (2007) che ha permesso di leggere, in riflettografia, la data 1578 e il raffinato disegno preparatorio a carboncino delle architetture. Tra queste l’edificio al centro sul fondo è stato riconosciuto essere in rapporto alla chiesa vicentina di Santa Maria Nuova.