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Il dipinto, firmato e datato “1569/G. s A. P. P. B. F. ” (“ Giacomus a Ponte Pictor Bassanensis Faciebat”) sulla pietra su cui il santo è inginocchiato, fu eseguito come pala del' altare maggiore della chiesa dei padri Riformati di Asolo. É pervenuto alle Gallerie dell'Accademia a seguito delle soppressioni napoleoniche. 

L'opera, molto lodata dalle fonti antiche, è stata sostanzialmente trascurata dalla critica soprattutto a causa dell’esecuzione della Madonna in gloria nella parte superiore, in cui si è ravvisato l'intervento della bottega, individuato da alcuni studiosi anche nel paesaggio. Fa eccezione W. R. Rearick, che, pur attribuendo la Madonna al figlio Giambattista, la ritiene una conferma del punto raggiunto l'anno precedente con l'Adorazione dei pastori ora al Museo di Bassano.


Immerso in un vasto paesaggio, traduzione veneta del deserto della Calcide, il santo esibisce una penitente nuda vecchiaia, inginocchiato davanti al crocifisso, circondato dai suoi attributi: il cappello cardinalizio cui ha rinunciato, il teschio, il leone e dai testi dei suoi studi, il più noto e importante dei quali è la Vulgata, la prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia. Un grande rilievo ha la pianta di sambuco a sinistra, simbolo di rigenerazione e di compassione. 

É Giovanni Battista Verci a raccontare che la pala fu accidentalmente squarciata da cima a fondo e che venne riparata dal pittore Francesco Trivellini (1660-1733 ca.), a cui va probabilmente ricondotta la ridipintura del volto della Vergine Maria. La qualità della materia pittorica e il profondo sentimento della natura apprezzabile nel paesaggio che si dilata in lontananza, bagnato da una luce molto limpida che filtra tra le nubi di un cielo in via di rassenerarsi, contraddistinguono questo quadro e ne fanno una prova eccellente della maturità di Jacopo Dal Ponte.


Il pittore, avvertito degli esiti della contemporanea pittura veneziana (Tiziano, Schiavone, Tintoretto, Veronese), condusse nella sua Bassano, un centinaio di chilometri a nord ovest della Serenissima, una sperimentale ricerca dagli esiti originali e profondamente innovativi.