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Il biografo settecentesco Bernardo De Dominici ricorda questa tela, insieme al suo pendant Rebecca e il servo di Abramo, tra le opere di Solimena conservate in casa Baglioni a Venezia: “un quadro con Giacob, che alza la pietra dal pozzo per tirarne l’acqua, ed abbaverare gli armenti della bella Rachele”. L’episodio biblico (Gn 29, 9-10) qui rappresentato diviene pretesto per ingegnare una composizione dal carattere squisitamente bucolico. I due protagonisti sono accerchiati da una mandria di animali domestici, perlopiù ovini, che animano il paesaggio agreste tinto di una gamma cromatica terrosa. Come un accorto scenografo, Solimena orienta la luce verso l’imponente figura di Rachele la quale, attraverso il gesto eloquente dell’indicizzazione, si rivolge a Giacobbe, un giovinotto dall’aspetto efebico. Questi, spinto dall’eccitazione data dalla vista della fanciulla, riesce con le sole proprie forze a scostare l’enorme pietra dalla bocca del pozzo. Mediante una meticolosa miscela di luce e colore, l’artista riesce così a conferire volume alle figure in primo piano, distaccandole da un fondo quasi completamente tetro.