Per il dipinto, la cui definizione cronologica non è documentata, viene proposta dalla Moschini Marconi (1970) una datazione intorno alla metà del XIX secolo. Nel 1892 il quadro fu offerto in vendita alle Gallerie dell’Accademia da Cristiano Rebeschini, titolare della tipografia Bernardoni di Milano per la somma di 300 lire. Il Ministero, in un primo momento, avrebbe voluto inviare l’opera alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, ma su suggerimento di Camillo Boito, che aveva svolto un ruolo di intermediario nella vendita, si convinse che era meglio esporre l’Autoritratto dello Zona nel museo veneziano, accanto al suo capolavoro raffigurante l’Incontro di Tiziano e di Paolo Veronese giovinetto al Ponte della Paglia.
In questo dipinto l’artista sceglie di rappresentarsi a mezzo busto su un fondo neutro, volto di tre quarti mentre fissa lo spettatore con sguardo acuto. L’intonazione cromatica ruota attorno a poche tinte giocate sui toni del marrone. Tutta l’attenzione è concentrata sul volto, particolarmente intenso, che, come ha sottolineato Enrico Noè (2005), offre un’introspezione psicologica degna degli autoritratti più intimi del vecchio Hayez.