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È questa la prima tavoletta ad essere identificata da Pietro Paoletti nel 1903 come una delle «piccole historiette» della pala di Santa Monica, già nella chiesa di Santo Stefano a Venezia, disperse poi sul mercato antiquario settecentesco, ma precedentemente ricordate nelle guide di Sansovino e Ridolfi. Gli stessi artisti realizzarono per la medesima chiesa il Polittico di San Girolamo (oggi Vienna, Kunsthistorisches Museum) nel 1441, datazione ritenuta valida anche per le Storie di Santa Monica. La serie è stata finora ricomposta in cinque episodi: la Nascita di sant’Agostino (Londra, Courtauld Institute of Art) e Santa Monica converte il marito morente (Detroit, Institute of Art) riconosciuti da Longhi (1926 e 1929-1930), Sant’Ambrogio battezza sant’Agostino alla presenza di santa Monica (Bergamo, Accademia Carrara) e Santa Monica in preghiera con sant’Agostino fanciullo (La Spezia, Museo civico Amedeo Lia), uniti alla serie da Zeri e Toesca (1951). La tavoletta delle Gallerie dell’Accademia rappresenta le nozze di santa Monica alla presenza dei parenti, come indica la scritta in caratteri gotici in basso (QUI E’ COMO SANCTA MONIKA FU MANDATA A MARITO DAL PADRE E DA LA MADRE). Lo sfondo architettonico e la ricerca spaziale testimoniano una nuova sensibilità, riflesso indubbio dell’arte di Masolino, conosciuto da Vivarini verosimilmente durante il suo passaggio a Venezia in occasione del viaggio in Ungheria dal 1425 al 1427-28.