Il quadro faceva parte del ciclo pittorico sul tema della Redenzione nella chiesa di San Nicolò della Lattuga, commissionato a Paolo Veronese e alla sua bottega e realizzato verso la fine degli anni settanta del XVI secolo.
Il telero, raffigurante la Salita al Calvario, collocato nel lato destro della chiesa vicino all'entrata, fu dipinto da Alvise dal Friso, parente del Caliari e collaboratore della bottega. Il pittore era infatti nipote di Veronese e fu chiamato molto probabilmente dallo stesso per terminare la decorazione del convento francescano.
La composizione denota una forte aderenza allo stile del maestro veneziano, prendendo spunto per l’intera composizione da un quadro dello stesso soggetto, dipinto dal Veronese per la famiglia Cuccina verso il 1570 e oggi conservato alla Gemäldegalerie di Dresda.
La scena si presenta molto affollata: le figure sono distribuite nello spazio in maniera ritmata e dinamica, occupando l’intero primo I personaggi – dalle fisionimie tipicamente veronesiane e dalle pose complesse – si accalcano attorno alla figura del Cristo collocato al centro della composizione, si piegato sotto il peso della croce e sospinto verso la cima del Golgota. Sulla sinistra, la figura femminile che molto assomiglia a una nobile veneziana del tempo, non è altri che santa Veronica, che regge in mano il velo leggendario su cui rimarrà impresso il volto di Gesù. Un ruolo marginale è riservato a alla Vergine, raffigurata nell'estremità destra della scena mentre viene trattenuta, nel tentativo di raggiungere il figlio da san Giovanni.
Lo stesso schema compositivo, da tempo circolante in bottega, verrà ripreso da Alvise qualche anno più tardi, nella tela per la chiesa veneziana di San Nicolò dei Mendicoli a ulteriore riprova della fortuna dell'invenzione di Veronese.