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Dopo aver sconfitto i Filistei, Sansone chiede l’aiuto di Dio per placare la sua sete. Sgorga miracolosamente dalla roccia un rivolo d’acqua, che egli beve servendosi della sua arma di fortuna: una mascella d’asino. L’episodio si presta ad una lettura cristologica, quale prefigurazione del momento in cui dal corpo di Cristo sulla croce, ferito da una lancia, sgorgano sangue e acqua, fonte di vita eterna. La composizione è impostata sfruttando la diagonale del corpo allungato di Sansone, la cui vigorosa muscolatura è sottolineata da violenti contrasti di luce, tipici della pittura di Langetti.