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ESPOSIZIONE E CONSERVAZIONE DEL DISEGNO

Le ragioni di tutela impongono di conservare il disegno in un ambiente protetto dalla luce e con un costante controllo dei valori microclimatici. Per tali ragioni i disegni e le stampe non sono esposti in modo permanente.

STUDI PER "LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO DI GERUSALEMME"

Nel 2017 sono stati acquistati per il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia, 18 disegni di Francesco Hayez: 17 schizzi preparatori per il grande dipinto su tela La distruzione del tempio di Gerusalemme più uno studio dello stesso autore per un soggetto storico non ancora identificato. Questo importante nucleo si unisce ad altri sei disegni di Francesco Hayez, preparatori per la stessa opera, che le Gallerie dell’Accademia già possedevano.

Hayez, veneziano di nascita e formazione, fu senza dubbio un protagonista assoluto del Romanticismo italiano e uno dei maggiori pittori europei dell’Ottocento. La sua incontestabile statura creativa gli permise di sperimentare generi diversi, ma fu nella composizione storica che raggiunse forse i vertici concettualmente più alti della sua produzione. Un genere che poteva essere investito di moderni valori civili contribuendo a creare l’identità di un popolo, alla stregua di quanto fatto da Giuseppe Verdi in musica.

La distruzione del tempio di Gerusalemme è un capolavoro della tarda attività del pittore, una sorta di testamento spirituale che emblematicamente egli decise di destinare all’Accademia di Venezia motivando la sua donazione “[…] come testimonianza della mia riconoscente memoria dei primi studi fatti in questa R.I. Accademia di Belle Arti […] contento di dare uno degli ultimi lavori dove esistono i miei primi”.

La gestazione del dipinto, presentato a Brera nel 1867 e accolto con grandi onori dalla critica, fu lunga e laboriosa a riprova del valore che Hayez attribuiva al progetto. L’opera mette in luce il dramma del  popolo ebraico  assoggettato allo straniero e diventa emblema di quanto subito dalle genti italiche da poco redente. L’impostazione generale trasmette un impressionante impeto visivo: l’episodio della distruzione del tempio è raffigurato nel momento in cui la strage è al colmo, l’edificio è già in fiamme e il massacro e la furia distruttiva sono al loro apice. Nulla si sottrae alla violenza che non può essere fermata neppure all’imperatore Tito, isolato in tunica bianca e manto rosso, mentre in gravido silenzio assiste alla scena.

La composizione comprende una moltitudine di figure lungamente e attentamente studiate in ogni loro posizione e atteggiamento. I disegni qui esposti, assieme a quelli da tempo noti (i sei già presenti nelle collezioni delle Gallerie e due nuclei consistenti  conservati all’Accademia di Brera e nelle raccolte grafiche del Castello Sforzesco a Milano) testimoniano proprio la complessità dell’elaborazione e l’evolversi dei progressivi aggiustamenti attraverso una miriade di soluzioni indirizzate a comunicare al meglio le diverse tipologie espressive, i gesti, gli stati d’animo dei vincitori e dei vinti, delle vittime e dei carnefici. In alcuni casi la corrispondenza tra prova grafica e porzioni del dipinto è puntuale, in altri invece i fogli testimoniano soluzioni poi scartate dall’autore. Il corpus grafico relativo all’opera consente quindi di fare luce sul metodo di lavoro di Hayez e di ricostruirne, attraverso le molte varianti, la genesi creativa.

AVVISO

A causa dei lavori di restauro in corso, il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe è temporaneamente chiuso alla consultazione fino a data da definire.

Due to ongoing restoration work, the Prints and Drawings Cabinet is temporarily closed for consultation until a date to be defined.