L’opera presenta la visione di un bosco la cui natura rigogliosa e indomita assorbe le piccole figure di monaci-eremiti, testimoni della prorompente energia del Creato. Gli alberi monumentali, ricolmi di fronde, restituiscono un’immagine che perde ogni intento naturalistico e che, anzi, sembra anticipare l’atmosfera emozionale della poetica romantica. La tela testimonia l’elevata qualità raggiunta dalla feconda collaborazione tra il paesista anconetano Peruzzini e il genovese Magnasco, consolidatasi alla corte fiorentina di Ferdinando de’ Medici.
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