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Grazie alle prodigiose doti di poeta e musico Orfeo riuscì a convincere le divinità degli Inferi evocate dalla presenza del cane a tre teste Cerbero a restituirgli la sposa Euridice. Temendo di portare con sé solo un’ombra, Orfeo si gira a guardare la sposa, contravvenendo alle regole imposte e condannandola nuovamente all’oblio. Padovanino sceglie il momento del secondo tragico addio degli amanti, costretti a sciogliere l’abbraccio; Euridice è colta già con lo sguardo al suo destino e un piede nel buio ove ardono le fiamme.