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L’iscrizione sul gradino “Conceptio Beatae Mariae” fa riferimento al concepimento di Maria  nel grembo di Anna senza macchia di peccato originale e alla purezza della Vergine alludono anche  i fiori sparsi sui gradini. La devozione dell’Immacolata concezione, seppure aspramente discussa nella chiesa cattolica, aveva avuto nel 1477 un’attestazione canonica nell’ordine francescano, cui apparteneva la chiesa dei Riformati di Asolo. La spazialità compressa, la dilatazione delle figure sul primo piano, l’assenza di valori atmosferici e la severità della tavolozza cromatica, tutta giocata su tonalità fredde, denunciano l’influenza di Pordenone e un ripensamento di testi raffaelleschi.