La sala esemplifica l’attività delle due principali botteghe operanti a Venezia nella seconda metà del Quattrocento, dove lavorano – secondo una prassi comune nella Venezia del tempo – artisti appartenenti allo stesso nucleo familiare o legati da rapporti di parentela: quella di Jacopo Bellini, entro cui si formano anche i figli Gentile e Giovanni e quella di Antonio Vivarini, originario di Murano, a cui partecipano il fratello Bartolomeo e successivamente il figlio Alvise.
Le opere qui esposte, tutte comprese in un arco di tempo che va dai primi anni Quaranta agli anni Sessanta del Quattrocento, testimoniano, anche se in modi e gradi diversi, il cammino intrapreso da questi artisti per superare il linguaggio tardo gotico (esemplificato dalle opere esposte in prima sala) e aprirsi ad una più moderna ricerca spaziale e volumetrica, cogliendo lo stimolo delle novità del linguaggio rinascimentale portato nel Veneto da artisti toscani e prontamente elaborato da Andrea Mantegna e Donatello.